SCUOLA NEL BOSCO 2009 - Luglio, Monte Zugna

MERCOLEDI' 1 LUGLIO

Partiamo alle 9.00, e durante il viaggio tutto bene.

Al rifugio ci accordiamo su come distribuire i posti letto: chi sta sopra … sotto… vicino all’amico o all’amica…

Quando finalmente siamo tutti d’accordo disfiamo i bagagli e sistemiamo i letti.

E subito andiamo in passeggiata fino al campo base, anche perché chi non c’era sabato scorso ha fretta di vederlo.

Seduti sui tronchi ci mettiamo d’accordo sulle regole riguardo all’allontanarsi dal campo: bisogna avvertire le maestre, essere in compagnia di qualcun altro se ci si allontana dalla vista, e rimanere a portata di voce.

Poi torniamo al rifugio, perché è gia ora di pranzo, e siamo affamati come lupi veri.

Mentre pranziamo piove, ma non ci lasciamo scoraggiare, e appena ritorna il sole, attrezzati di scarponi ci avviamo verso il campo per fare merenda.

Ma prima c’è la caccia al tesoro, per imparare a conoscere i dintorni del campo ed allargare i confini del nostro territorio in sicurezza. La consegna della caccia è questa: “Su questi alberi crescono strani frutti”

Cosa vorrà mai dire? Lo scopriamo presto, perché appesi ai rami troviamo confezioni di caramelle appiccicose, wurstelini e pannocchie.

 

Bisogna subito accendere il fuoco, ma stavolta ci prepariamo la legna con una sega vera.

E poi ci abbuffiamo di schifezze buone.

I bambini e le bambine cominciano già a spingersi oltre i confini del campo, ed usare per i loro giochi altre zone del bosco..

 

Dopo tanti giochi nel prato è ora di cena, e anche se abbiamo fatto una lunga merenda fame ce n’è ancora, perciò facciamo onore alle cose buone che Luigino ci ha preparato.

Dopo cena siamo troppo stanchi per uscire ancora

perciò costruiamo le nostre lanternine e poi, un po’ alla volta, cominciando dai più piccoli, andiamo a nanna.

 

Solo un bambino ha avuto un po’ di nostalgia, ed ha pianto un pochino. Ci aspettavamo molta più tristezza, questa prima notte senza mamma e papà.

GIOVEDI' 2 LUGLIO

Alle 7.30, con gran dispiacere delle maestre che questa prima notte non hanno dormito un gran che, siamo già tutti svegli, perciò scendiamo a colazione

e poi ci avviamo al campo base. Le guardie forestali sono già arrivate, e fanno la strada con noi. Sui tronchi del fuoco chiacchieriamo con loro, e ci raccontano dei pascoli e della cura del bosco.

 

Poi ci parlano delle erbe foraggere, come quei bei fiori rosa che si vedono nel prato, e delle piante velenose, come il veratro che è molto diffuso qui intorno.

Ci raccontano anche di come si accordavano “una volta” i nostri nonni quando dovevano tagliare l’erba e la legna. Sono contenti che noi siamo qui, per imparare a vivere nel bosco, e ci dicono che: “non c’è altro modo per dimenticare che non frequentare un luogo”

Infine ci accompagnano in una lunga passeggiata, ci mostrano gli alberi ed i prati, i fiori, gli insetti.

Scopriamo anche un insetto paurosissimo che vive proprio nei tronchi dove di solito ci mettiamo a sedere.

 

Torniamo al rifugio, e prima di pranzo pensiamo parole profumate di fiori e di alberi:

 

Ida: la nigritella era cioccolosa

Nicolò: mi ricordo l’odore dolce/aspro del muschio

Riccardo: i fiori erano profumati

Sofia: c’era una pigna che sapeva di fungo

Teresa: Mi ricordo una striscia profumata di fiori e di bacche

Fiorella: il maggiociondolo è dolce come i miele

Camilla: Il profuma del pino sapeva di resina

Beatrice: il fiore rosso sapeva di cioccolata

Maddalena: i fiori bianchi sapevano di zucchero

Giulio: una foglia sapeva d’amaro

Claudia: il fiore rosso sapeva di vino

Matilde: i fiori rosa sapevano di albicocca. E il fiore rosso all’inizio mi sembrava tè

Daniele: la pigna sa di funghi e di carota

Filippo: un pino sapeva di rosa

Jaime: il pino sapeva di viola

Paola: il profumo di ginepro mi ricordava il mare

 

Dopo pranzo piove di nuovo, perciò rimaniamo a giocare al rifugio, mentre i piccoli riposano.

Luigino, per consolarci, ci prepara la merenda con le fragole.

 

E poi smette di piovere, ma è tutto bagnato, perciò non possiamo raccogliere la legna per il falò; allora che si fa?

Andiamo a camminare, e a giocare, sulla strada asfaltata, perché anche lì si può giocare, e non ci si bagna.

Perciò ci avviamo lungo la strada, e prima giochiamo ad ascoltare i suoni del bosco di giorno,

 

poi facciamo il gioco dei fantasmi che camminano senza farsi sentire, poi quello dei giganti che fanno passi … da gigante,

poi quello del rumore, e poi quello del teatro, dove il capofila inventa un’andatura e tutti gli altri lo copiano.

 

E a turno tutti facciamo i capofila.

 

Così, passo dopo passo, il bosco si è un po’ asciugato, e possiamo tornare dai prati,

 

dove raccogliamo i fiori tagliati dalla falciatrice,

 

troviamo altri animaletti interessanti, come un topo ragno morto che sembra una talpina,

 

facciamo il tiro a segno con le pigne,

 

corriamo e facciamo le capriole,

ed andiamo ad esplorare un'altra zona del bosco, quella dove nei prossimi giorni andremo a raccogliere la legna per il falò.

Dopo cena, mentre aspettiamo che faccia notte, mettiamo a seccare nell’erbaio i fiori che abbiamo raccolto.

Quando fa buio, accendiamo le nostre lanternine ed usciamo per una passeggiata nel bosco. Mentre andiamo al campo base cantiamo la canzone del “Lupo, lupo che fai?”, e Ida, nella parte del lupo, ci fa molto ridere quando racconta che si mette i mutandoni.

 

Arrivati al campo ci sediamo sui tronche ed in silenzio ascoltiamo i rumori della notte.

 

Qualcuno dei più coraggiosi va da solo nel bosco con la sua lanternina, accompagnato dal suono della nostra voce, e noi vediamo la luce della sua lanterna che si muove nel bosco: Matilde, Nicolò a Giacomo, che ritorna dicendo che è stata un’avventura perché la sua candelina ad un certo punto si è spenta ed abbiamo dovuto fargli luce con la pila.

Torniamo al rifugio tardi, ed andiamo a nanna stanchi ma felici.

Tutti dormono subito.

VENERDI' 3 LUGLIO

Infatti alle otto i bambini dormono ancora, e le maestre possono lavarsi e prepararsi con tutta calma.

Dopo colazione, prima di uscire, rielaboriamo l’esperienza di ieri sera.

Che parole possiamo dire?

…parole buie, parole misteriose, parole avventurose…

Giacomo: ho provato ad andare nel bosco perché mi piaceva stare solo… ho avuto paura perché si era spenta la lanternina

Miriam: ho sentito gli uccellini

Camilla: ero contenta ed anche emozionata perché quando ero lontana dal gruppo le lanterne si vedevano e sembravano delle lucciole

Jaime: avevo sentito il rumore di una stella cadente

Sebastiano: mi piaceva perché non c’erano più le mosche

David: ho sentito un lupo che faceva “auuu”

Ida: io sentivo rumore di grilli, e poi mi hanno detto che non c’erano

Matilde: ero emozionata perché siamo andati in giro con le lanterne e mi sembravano delle stelline. Mi piaceva quando sono andata da sola con la lanternina, e sarei andata avanti ancora un po’.

Maddalena: mi piacevano le lanternine perché era tutto buio e allora… quelle facevano luce

Teresa: quando eravamo seduti sui tronchi sentivo un uccellino che faceva “cip”

Sofia: sentivo gli aeroplani che andavano nel cielo

Fiorella: mi è piaciuto ascoltare il bosco di notte tutto in silenzio

Daniele: mi sono piaciuti i fiori cadenti

Agata: non volevo andarci perché era buio e avevo paura e ho sentito dei tuoni

Filippo: mi piaceva sentire rumori nel silenzio

Federico: mi sono piaciute le lanternine perché erano di tanti colori

Luca: mi piaceva guardare le stelle nel cielo

Alessandro: mi sono piaciuti i versi degli animali

Giulio: mi è piaciuto giocare a “Lupo, lupo che fai?”

Claudia: mi piaceva guardare il cielo blu scuro

Nicolò: mi piaceva guardare le lanternine dei compagni, mi facevano sentire sicuro

Riccardo: mi piaceva vedere le lanterne appoggiate sopra i sassi dove facciamo il fuoco

Beatrice: mi piaceva guardare gli aerei che volavano nel cielo

Francesco: mi è piaciuta la luna che brillava fra gli alberi

Martina: mi è piaciuto che nel silenzio si sentisse solo il rumore degli aerei che passavano

Paola: mi sono commossa al vedere la strada illuminata dalle lanternine dei bambini e mi sembrava di essere dentro una favola

 

Arrivati al campo base, dopo aver giocato un po’ ci mettiamo ad ascoltare i canti degli uccelli. Poi ascoltiamo quelli registrati, con i nomi, e proviamo a riconoscerli tra quelli del bosco.

Proviamo anche a trasmetterli a volume alto, per sentire la reazione degli uccelli veri: ci accorgiamo che dopo il verso della poiana e dell’astore il canto degli uccellini del bosco diminuisce di colpo.

Dopo pranzo possiamo tornare subito al campo base perché finalmente non piove e c’è un bel sole, così possiamo giocare liberamente per tanto tempo.

Nel bosco Paola tende delle funi tra i rami dei pini, così da poterci camminare sopra. Gran successo. Tutti vogliono provare a fare gli equilibristi.

Quando è ora di merenda, mentre Ida prepara l’impasto per le frittelle,

Paola ci pone un problema:

 

“Il nostro campo è molto bello, con la tenda, il fuoco, gli alberi e i fiori, ma come possiamo fare perché si veda che questo campo non è di un qualsiasi gruppo di bambini, ma è proprio il nostro, di Agata, di Giulio, di Alessandro..?

Facciamo qualcosa che sia solo nostro, fatto da noi con quello che troviamo qui, con le pigne, sassi, i rami, i fiori… così che quelli che passano possano sapere che qui c’è Agata, Giulio, Alessandro… Provate a pensare cosa potremmo fare, e la settimana prossima lo faremo”.

 

Va bene, ci penseremo, ma intanto godiamoci le frittelle

 

C’è appena il tempo di tre giri di frittelle (con la cioccolata), ed ecco già arrivati mamme e papà per portarci a casa!

MERCOLEDI' 8 LUGLIO

Anche oggi tutto bagnato, perciò meglio andare in passeggiata: Dopo una votazione democratica: “Andiamo in su o in giù?”, decidiamo di andare in su. E siccome questa volta sarà una passeggiata lunga, perché andremo al Parco della Pace, ci equipaggiamo di zaino, bottiglia con l’acqua per bere e felpa.

Ormai siamo allenati, perché arriviamo tutti in cima senza fatica.

Qui ci sono molte costruzioni diroccate di sassi, che sono quello che rimane delle baracche in cui si rifugiavano i soldati durante la guerra.

I bambini giocano a nascondersi, a rincorrersi, a gare di corsa, al pallone, ed anche alla guerra,

Poi andiamo a sentire l’eco, ed a esplorare le gallerie.

Prima di tornare si sediamo nel prato e Ida ci racconta la leggenda di Merisana, la fanciulla del meriggio, che nel giorno del suo matrimonio ha voluto che tutti gli abitanti de bosco fossero felici come lei. Perciò ha rivestito con il suo velo un alberello triste, trasformandolo in un larice. Morale della storia: se volete essere felici dovete sdraiarvi sotto un larice in un giorno sereno di maggio, e guardare il cielo attraverso i suoi rami.
Andiamo subito a cercare i larici, e poi anche altri alberi di cui ci hanno parlato le guardie forestali: l’abete rosso, la betulla, il pino mugo.

Qualcosa del parco della pace, probabilmente le costruzioni di pietra. ha colpito la fantasia, ed il cuore, dei bambini, che l’hanno soprannominato “la muraglia”.
Anche nei giorni successivi hanno continuato a chiedere di andare lì, e le cosa è un po’ strana, perché la strada per arrivarci è molto ripida e faticosa.

Dopo pranzo al campo base giochiamo liberi nel bosco.

Poi ci ritroviamo perché il tempo ci permette di provare a realizzare qualcosa per fare ancora più bello, e proprio nostro, il nostro campo base.

Anche se è la prima volta, tutti preparano qualcosa di originale e gradevole allo sguardo:

la città delle pigne

Il parco giochi, con scivolo e altalene

Il tappeto di fiori

La tartaruga

E molti altri

Anche Ida ha preparato una tana del tasso

Prima di cena arriva Nicola, l’ esperto in astronomia del museo civico, che ci parla del cielo, del sole, dei pianeti e delle stelle mostrandoci delle bellissime immagini di nebulose, galassie e stelle nascenti
Nonostante l’argomento sia un po’ impegnativo, i bambini sono interessatissimi e continuano a fare domande molto pertinenti.
Dopo cena, visto che il tempo continua ad essere bello, ne approfittiamo per andare nel prato e fare il falò.

Cantiamo la canzone del bruchetto, e molte altre, facciamo il girotondo e osserviamo i voli delle scintille.

Per tornare al rifugio, siccome è buio e non si vede la strada, facciamo una catena tenendoci per mano e avanzando pianino. In questo modo ci sentiamo sicuri e nessuno di noi inciampa o cade.

Mentre stavamo accanto al fuoco Nicola ha preparato il telescopio dell’osservatorio per mostrarci il telescopio, con la cupola girevole, e farci vedere le stelle un po’ più grandi di come le vediamo di solito. Ultimo appuntamento prima di andare a nanna.

Il diario completo è pubblicato sul numero 6 di novembre/dicembre 2011 della rivista INFANZIA